Caratteristiche del Dialetto romagnolo, termini dialettali nelle tavole della Romagna
Il dialetto romagnolo è un dialetto della lingua emiliano-romagnola parlato in Romagna e nella Repubblica di San Marino; è caratterizzato da un forte rilievo delle consonanti nelle parole e da una notevole moltiplicazione dei fonemi vocalici (rispetto all’italiano, che ne ha solo 7). Esistono comunque varie forme del dialetto romagnolo stesso.
Ad esempio quello di Ravenna è abbastanza differente da quello Forlì ma anche da quello di Cesena e Rimini. Linguisticamente, il centro è rappresentato dalla zona di Forlì e Faenza, mentre, a mano a mano che ci si sposta verso la periferia dell’area linguistica romagnola, le caratteristiche si vanno facendo sempre meno peculiari.
In particolare, Dante Alighieri, nel De vulgari eloquentia vede nella città di Forlì il “meditullium” della Romagna, cioè la sua zona centrale, anche dal punto di vista linguistico. Si noti, infatti, che anche tra faentino e forlivese esistono delle differenze.Sono dialetti ancora romagnoli quelli di parte delle Marche e della Repubblica di San Marino, ad esempio il Montefeltrino e il Sammarinese che possono essere considerati a tutti gli effetti varianti del dialetto romagnolo comprese le parlate di buona parte delle località della provincia di Pesaro e Urbino settentrionale. Altre località a lingua romagnola sono la città di Imola che si trova al confine della provincia di Bologna e alcuni paesi della provincia di Ferrara confinanti con la provincia di Ravenna come ad esempio la città di Argenta in cui coesistono sia abitanti a cultura romagnola che abitanti a cultura Ferrarese.
Ferrara invece rientra nel gruppo di provincie a dialetto emiliano, parlato nella regione storica dell’Emilia, che coincide pressapoco con le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, e parte della provincia di Bologna (fino al fiume Sillaro, al di là del quale ha inizio la Romagna).
Alcune aree dell’Appennino romagnolo risentono, invece, fortemente del Toscano. È la cosiddetta “Romagna Toscana“, tuttavia la situazione lungo l’area di confine risulta essere piuttosto eterogenea comprendendo zone a lingua mista dove sono in auge inflessioni e vocaboli appartenenti ad entrambi i dialetti come nei paesi di Palazzuolo sul Senio e Marradi.
Ma se vuoi divertirti col dialetto romagnolo e scoprire un po’ della IGNORANTEZZA del romagnolo ti consiglio si vedere le 12 puntate che ha realizzato paolo Cevoli con la rubrica ROMAGNOLI DOP
Se vuoi imparare altri termini dialettali puoi leggerli qui
La massaia in dialetto : azdòra la massaia addetta al governo della casa (la reggitrice). La parola “reggitrice” deriva da questa funzione di sostegno che la Azdora aveva nelle case dei contadini. l’Arzdor e l’Arzdora prendevano il nome dal loro impiego in famiglia.
ancora in romagnolo : e baghéin il maiale (anche e baghìn)
e’ bicir il semplice bicchiere
per una caraffa o boccale : e’ buchél il boccale
Si dice in Romagna : e’ bivirul il vivandiere addetto alle bevande
la bes-cia (leggere la sc separati) la bestia (solitamente il bovino)
e’ bèi il vino della Romagna
i brazadèl i bracciatelli, dolci tradizionali della Romagna, rotondi, leggermente schiacciati e col buco al centro
la bresa la brace
e’ broz il biroccio per il trasporto delle cose e dei prodotti dei campi
brustighè abbrustolire, abbrustolito, bruciacchiato
la burnisa brace che si sta spegnendo ed è quasi cenere
Una pentola in rame : e’ calder paiolo di rame appeso alla catena del camino; serviva sia per cucinare che per scaldare l’acqua
Una macchia di fumo : la calezna caligine (anche fulezna – fuliggine); residuo del fumo del camino
Un tappo : e’ ciutur il tappo in sughero del fiasco o della bottiglia
Un pezzo di piadina : un cvadrèt un quarto della Piadina romagnola tagliata in croce
Un coltello : e’ curtél il coltello non da tavola
Cucina sempre romagnola : la cusèna la cucina
In Romagna diciamo: la cúga la cuoca
quando si vendeva la frutta : al cutaròni frutta cotta al forno su padelloni e venduta anche nelle strade da ambulanti
Il coltello da cucina : la curtloza coltello da tavolo
I fagioli borlotti : i fasùl i fagioli
La frittata : la fartéda si definisce una frittata con questo termine dialettale
Farina generica : la faréna la farina pura, oppure la farina di mistura quando quella di grano veniva miscelata con quella di granturco
La forchetta da tavola : la furzéna Termine dialettale per la forchetta
il forno per cucinare : e’ fòran Parola in dialetto con cui veniva chiamato il forno a legna
Il fornaio romagnolo : e’ furnèr Questo invece è come era denominato il fornaio
Il cerino : e’ furminènt il fiammifero usato per accendere il focolare
Formaggio della Romagna : e’ furmài il formaggio prodotto dai contadini della Romagna.
Vedi lo Squacquerone e il formaggio di Fossa
Si dice in Romagna : e’ gal il gallo mentre il gallo piccolo : e’ galèt il galletto, oppure la pannocchia di mais durante la spannocchiatura con le foglie ribaltate ai lati
Piadina : l’impast l’impasto preparato per la piadina romagnola o per la minestra
Poco sveglio : invurnid lento di riflessi, tonto, mentalmente ottuso, un po’ addormentato
Lumaca : al lumèghi le lumache
La Piadina romagnola : la pìda la piada romagnola, il pane azzimo non lievitato e cotto sulla teglia (anche la pjida o la piè)
Si dice in Romagna : e’ pèn il pane
Un primo piatto : al papardèli le pappardelle
Una minestra tipica : i pasadèin i passatelli
Si dice in Romagna : e’ pancòtt il pancotto
i contadini dicevano : e’ parsòt il prosciutto
si dice in Romagna : e’ pandarsúl il prezzemolo
Insaccato : e’ salàm il salame prodotto dalla lavorazione del maiale
Parola in dialetto : la scàrana la sedia
Pasta tipica : i strozaprit gli strozzapreti romagnoli
Matterello : e’ s-ciadùr (leggere la sc separati) arnese da cucina per stendere la pasta fatta in casa, tipicamente usato dalle Azdore.
la zambéla è invece la ciambella
Ma è molto più divertente seguire le lezioni della Gradisca!
Monologo sulla Romagna
di Ivano Marescotti
di Ivano Marescotti